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La Chiesa di San Felice di
Gardumo |
L'antica comunità o pieve di Gardumo aveva
il suo centro nella chiesa pievana o parrocchiale dedicata a
S. Felice di Gardumo, e, in seguito, ai S.S. Felice e Fortunato. La
Chiesa sorge nei pressi del paese di Valle e conserva il corpo di S.
Felice di Gardumo, vescovo e martire.
Il santo vescovo, secondo la tradizione, fuggì dalle persecuzioni
dell'Imperatore Diocleziano e si riparò nelle nostre valli. Predicò il
Vangelo nei paesi di Gardumo e nelle valli circostanti e subì infine il
martirio, gettato in una fossa di calce viva nel paese di Valle; venne
infine sepolto dove poi fu edificata l'antica chiesa pievana di Gardumo,
a lui dedicata e dove si venerano ancora oggi le sue reliquie.
Le prime notizie della Chiesa, eretta “ab immemorabili”, risalgono
al 1224. Venne poi ricostruita ed ampliata in forme rinascimentali nel
1579-83. L'architettura è interessante sia nella volumetria esterna e
absidale, che nella grande navata interna con volta a botte;
particolarmente elegante è il portale d'ingresso ed il protiro sorretto
da agili colonne. Nella chiesa venivano probabilmente seppelliti i
Signori di Gresta e il sagrato era occupato da un vasto cimitero.
All'inizio del diciottesimo secolo trovò nuovo impulso la venerazione
per S. Felice martire. Dal 1704 al 1717 i parrocchiani di Gardumo si
autotassarono per costruire una splendida cappella dove conservare
degnamente le reliquie del santo vescovo Felice, da poco riesumate. Lo
studioso Girolamo Tartarotti criticò il culto di S. Felice e compatì i
poveri abitanti di Gardumo, impoveriti prima dalle distruzioni
dell'esercito francese di Vendôme e poi dalla costruzione della
cappella. Cristoforo Benedetti progettò e realizzò la cappella e
l'altare marmoreo con la bella statua del Santo e altre statue di
angeli. Gli affreschi della volta, decorata con stucchi, furono dipinti
dal pittore alense Antonio Gresta.
La cappella di S.Felice è considerata il capolavoro di Cristoforo
Benedetti e una delle migliori produzioni dei famosi artisti del marmo
di Mori-Castione, che operarono in Italia ed in Austria. Nel 1845 venne
demolito l'antico campanile contiguo alla Chiesa e ne venne costruito
uno nuovo
e più grande, finito nel 1930.
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