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Storia |
La valle era anticamente detta di Gardùmo e ancora
oggi, localmente, l'uso non è stato dimenticato.
Gresta trae probabilmente origine dal luogo dove fu costruito nel 1225
il castello: Dossum quod Gresta.
Colonizzata in periodo celto-romano su nuclei
preistorici, anche nel Medioevo la valle rivestiva una sicura importanza
quale luogo di traffico stradale tra il bacino gardesano e quello
atesino.
Ne sono testimonianza le frequenti fortificazioni risalenti a
quest'epoca, l'antica Pieve, e la nascita di una potente famiglia
feudale: i signori di Gardùmo, che, come precedentemente accennato,
costruirono il castello (passato in seguito ai Castelbarco).
Quello che era un tempo il territorio dei Gardùmo,
si era ormai da tempo suddivisa in otto o nove comunità minori che
corrispondevano ai paesi più importanti.
Se ogni comunità avesse una propria Regola o ve ne fosse una comune non
è certo, quello che è sicuro è che la Regola rappresentava un'unità
amministrativa, oggi paragonabile al Comune. A capo di questa vi era il
Massaro, corrispondente al nostro sindaco, eletto dai paesani e
affiancato da quello che oggi potrebbe essere un consiglio comunale.
Già nel XIV secolo quidi, si andava formando una società composta da
nobili, clero e contadini. La Pieve di Gardùmo rivestiva allora grande
importanza economica ed ecclesiale.
Nel XVI sec. la valle, precedentemente caduta sotto
il dominio veneto, tornò sotto l'Impero austriaco. I signori di Gresta
rientrarono in possesso delle loro giurisdizioni ed il loro prestigio ne
usciva ulteriormente esaltato, nonostante la popolazione dovesse far
fronte a numerose perdite e difficoltà. È di questo periodo
l'introduzione dell'arte serica in valle, ciò ebbe delle ripercussioni
notevoli sugli usi locali, in quanto molte famiglie di contadini
affiancarono l'attività agricola all'allevamento del baco da seta.
Nel 1525 in Germania scoppia la guerra dei contadini,
che porterà un certo miglioramento delle loro condizioni anche in Val
di Gresta. Il XVI ed il XVII sec. furono funestati da pestilenze: in
quella degli anni 1629-1630 morì in pochi mesi più di un terzo della
popolazione. All'inizio del '700 il Trentino venne coinvolto nella
guerra di secessione spagnola: nel 1703 i paesi della Valle del Sarca
furono rasi al suolo dalle truppe francesi in ritirata, i quali non
risparmiaronoi castelli di Arco, Loppio e Gresta. Le armate francesi
domandarono ai paesi della Val di Gresta un esoso importo per essere
risparmiati da incendi e saccheggi, ma non potendo far fronte alla
richiesta subirono il loro passaggio. In questo frangente venne
distrutto l'archivio parrocchiale con i documenti ufficiali di tutta la
valle. Le conseguenze economiche furono disastrose.
Con l'assolutismo di Maria Teresa e di Giuseppe II
d'Austria si ebbe una svolta positiva per la qualità della vita del
popolo, oltre ad un accentramento burocratico che aboliva numerosi
privilegi e l'indipendenza tributaria ai signori locali.
Quando nel 1810 Napoleone aggregò i Quattro
Vicariati (Ala, Avio, Brentonico e Mori) al Regno d'Italia, proclamando
decaduti i privilegi feudali civili ed ecclesiastici, e ribadendo
l'uguaglianza di tutti i cittadini, il cambiamento di governo fu ben
accolto dalle popolazioni. Con la Pace di Vienna i Quattro Vicariati
tornarono al Tirolo, sotto il diretto governo di Insbruck. Essendo linea
di confine vennero costruiti ovunque forti, trincee, ricoveri blindati,
depositi d'acqua e di alimenti. Al peggiorare delle relazioni tra Italia
e Austria gli abitanti della valle furono fatti evacuare nel 1915.
Finita la guerra le popolazioni tornarono nei loro
paesi e cominciò la ricostruzione. Gli allora comuni di Ronzo-Chienis,
Pannone e Varano, Manzano, Nomesino e Valle S. Felice, furono riuniti
forzatamente sotto l'unico comune di Pannone nel 1924. A causa di un
incendio nel Municipio la sede fu trasferita a Ronzo-Chienis, ed in
seguito ad un referendum fu sciolto il Comune di Pannone. Varano,
Pannone stesso, Nomesino, Manzano e già da tempo valle S. Felice si
ulirono a Mori.
La valle fu tolta dall'isolamento secolare grazie
alla costruzione della strada carrozzabile che oggi la collega a Loppio.
Il primo servizio di autocorriere la allacciò con l'esterno nel 1949.
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