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 Cultura e storia
    
   

I signori di Castelbarco. Gresta e Nomesino-Albano. Le guerre di Venezia 

Nel corso del tredicesimo secolo, caratterizzato dalle lotte fra i guelfi ed i ghibellini e nel Trentino dalle lotte fra il partito vescovile e quello tirolese e veronese, la famiglia di Castelbarco prese progressivamente il sopravvento sulle altre famiglie signorili e feudali della Vallagarina. 
Artefice della potenza castrobarcense fu Guglielmo il Grande che si impossessò di molti castelli, feudi, e beni. 
Egli morì senza figli nel 1320 e lasciò eredi i suoi nipoti dei quali ricordiamo Aldrighetto, che ebbe Lizzana, Rovereto, Pietra e Beseno e che, nel 1324, comperò le proprietà dei Signori di Gardumo in Val di Gresta. 
Esse passarono a Federico, figlio di Aldrighetto. I due figli di Federico si spartirono a loro volta i castelli e le proprietà: uno ebbe Castel Gresta ed iniziò la linea di Gresta e l’altro ebbe i castelli di Albano e Nomesino ed iniziò l’omonima linea familiare. 
Nel 1405 la Repubblica di Venezia estese il suo protettorato sulle piccole signorie castrobarcensi della Vallagarina e nel 1411 Azzone di Castelbarco, signore di Avio, Ala, Brentonico e parte di Mori, lasciò in eredità i suoi feudi alla Serenissima ed essi vennero successivamente chiamati i "Quattro vicariati". 
Nel 1439 vi era guerra fra i Visconti di Milano e Venezia, la quale organizzò un memorabile trasporto di una flotta di galere, proveniente dall'Adriatico, e trascinata dal fiume Adige al lago di Garda attraverso Mori, il piano ed il lago di Loppio ed il passo di S.Giovanni, per prendere alle spalle la flotta milanese che presidiava il lago di Garda. 
Nel 1441 Venezia conquistò e demolì i castelli castrobarcensi ribelli di Lizzana, Albano e Nomesino, che non vennero più ricostruiti; le loro giurisdizioni, e quindi la porzione orientale della Val di Gresta e Mori, passarono sotto Venezia. 
Nel corso del quindicesimo secolo Antonio Castelbarco signore del castello di Gresta fu uno dei personaggi più significativi della Vallagarina; egli fu alleato di Venezia anche durante la Guerra roveretana; ma nel 1497 accettò l'investitura da Massimiliano conte del Tirolo. 
Nel 1508 vi fu guerra tra Venezia e l’imperatore Massimiliano, al quale si allearono la Francia ed altri stati nella lega di Cambrai. Nel corso della guerra la popolazione di Gresta si ribellò all'occupazione dei Veneziani e li cacciò; ma poco dopo il castello di Gresta e la valle di Gresta vennero conquistati dalle truppe veneziane e tenuti fino all'anno successivo, quando la Serenissima, in seguito alla disfatta di Agnadello (Ghiara d’Adda) del 14 maggio 1509 abbandonò i possedimenti di terraferma. 
Passarono definitivamente all'imperatore Massimiliano d'Austria il basso Trentino e la Vallagarina.
Vennero così ridefinite le giurisdizioni feudali, che perdurarono fino al secolo diciannovesimo; fra queste ricordiamo: Castelbarco, giurisdizione tirolese, infeudata ai Gresta-Castelbarco fino al 1652, e poi ai Lodron; Castelcorno con Manzano e Nomesino, giurisdizione vescovile infeudata ai Liechtenstein fino al 1759, quando l'ultimo barone la restituì all'amministrazione vescovile diretta; aveva sede a Castelcorno e poi nell' attuale palazzo del comune di Isera. 
Gresta, giurisdizione tirolese con sede nel castello di Gresta, proprietà dei Castelbarco, unico ramo sopravissuto dell'antica famiglia lagarina, che venne allora chiamata Castelbarco-Gresta oppure Gresta-Castelbarco; essa comprendeva i paesi di Ronzo, Chienis, Varano, Pannone e Valle; Mori era uno dei Quattro vicariati, con Ala Avio Brentonico, la cui giurisdizione era vescovile. 
Il governo venne assegnato ai Madruzzo fino al 1663 e poi ai Castelbarco-Gresta, che ne ritornarono in possesso al termine di una causa secolare e lo tennero fino alla caduta del feudalesimo. Sede centrale della giurisdizione era Brentonico e sede dinastiale dei Castelbarco signori di Gresta e baroni dei Quattro vicariati era il grande Palazzo di Loppio.
    

Le trincee

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 Coordinamento testi: Katia Angeli, Norma Benoni, Michela Luise

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