Napoleone e la caduta del feudalesimo. L'ottocento.
Cento anni dopo i tragici avvenimenti di Vendôme,
un'altra armata francese, guidata questa volta da Napoleone
Bonaparte, percorse le valli del Trentino.
Al governo
feudale vescovile e tirolese fece seguito nel 1797
l'occupazione francese e negli anni successivi eserciti
austriaci e francesi imposero alternativamente il loro
governo ai nostri paesi, fino all'annessione alla Baviera
filo-francese dopo la pace di Presburgo nel 1805.
Al governo
bavarese si opposero i patrioti tirolesi di Andreas Hoffer e
vi furono scontri e battaglie anche in Vallagarina.
Nel
nuovo Regno d'Italia, nel 1810 venne costituito il
Dipartimento dell'Alto Adige, diviso in distretti.
Il distretto di Rovereto era diviso in quattro cantoni; il
cantone di Mori comprendeva il comune di
Mori, che riuniva
le diverse antiche regole, il comune di Isera, che
comprendeva Reviano, Marano, Patone, Lenzima e il comune di
Pannone che comprendeva
Ronzo,
Chienis,
Varano,
Pannone,
Nomesino,
Manzano e
Valle.
Il nuovo comune di Pannone
riunificava amministrativamente dopo secoli la Val di Gresta.
Con la "restaurazione" nel 1814 il Tirolo venne
restituito all'Impero austro ungarico e nel 1817 vennero
ricostituite le giurisdizioni feudali di Gresta e di
Castelcorno-Isera.
Il grande comune di Pannone venne
nuovamente diviso nei sette comuni precedenti.
Nel 1843
vennero infine liquidate le antiche giurisdizioni feudali ed
anche le terre del basso Trentino furono pienamente inserite
nell'amministrazione tirolese in modo immediato.
Le giurisdizioni feudali furono sostituite dai Giudizi
distrettuali; quello di Mori, che comprendeva Gresta, rimase
in attività fino al 1923, allorché venne aggregato alla
Pretura di Rovereto.
Nel corso del diciottesimo secolo
continuò la prevalenza economica dei paesi di Gresta posti
più a valle, dove potevano essere coltivati il gelso ed il
tabacco, che erano più remunerativi delle colture
tradizionali.
L'allevamento del bestiame, praticato in ogni
famiglia, usufruiva delle malghe confinanti comuni di
Oltresarca e di Arco, oppure portava tradizionalmente
all'alpeggio il bestiame sul Monte Baldo, mentre i
Castelbarco possedevano allevamenti e pascoli verso Bordala.
La grave crisi economica nella seconda metà e soprattutto
alla fine del secolo incentivò l'emigrazione stagionale o
definitiva verso altre province dell'Austria, e quella
definitiva verso altri paesi europei e soprattutto verso le
Americhe.
Si ricordano emigranti più numerosi dai paesi di
Valle, di Pannone e di Manzano-Nomesino rispetto a quelli
provenienti dai paesi più poveri dell'alta valle.
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