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Personaggi d’arte, storia e cultura |
Cristoforo Benedetti junior (Castione 1657 ca. – 1740)
Architetto e scultore. Dopo un apprendistato con il padre Giacomo, dà
luogo a una vasta produzione autonoma, che lo impone come uno dei
maggiori scultori e architetti trentini.
Fra le numerose opere si segnalano l’altare maggiore della chiesa del
Carmine a Rovereto (1694) e quello di Villalagarina (1696) l’altare
della Maddalena nella collegiata di Arco (1701) la colonna di S. Anna a
Innsbruck (1704-1706), il portale della cappella del palazzo vescovile
di Bressanone (1708)la cappella di San Felice a Valle San Felice (1717)
l’altare maggiore nel duomo di Innsbruck e quello della chiesa della
Natività di Maria a Borgo Valsugana (1726).
Artista costantemente aggiornato, a capo di un atelier che contava
numerosi scalpellini e scultori,
Cristoforo Bendetti ha saputo operare una sintesi della migliore
altaristica del suo tempo.
Luigi Bombana (Mori 1913-1969)
Scultore, ha la formazione artistica a Ortisei e a Torino e realizza
numerose sculture per le chiese della Val Lagarina. La sua opera più
famosa, anche per le polemiche suscitate dalla pruderie del tempo, è il
monumento ai caduti di Mori, progettato nel 1958 e realizzato solo nel
1973 a causa della nudità dei putti che ornano il lato posteriore del
monumento.
Carlo Donati (Verona 1874-1949)
Pittore. A Verona esegue affreschi nelle chiese di S. Pietro in Carnario,
S. Luca (memoriale ai caduti della Prima Guerra Mondiale). Il successo
della sua pittura, basata su una raffinata grafia déco, gli procura
numerose commissioni anche in Trentino, dove affresca le volte delle
sale di Castel Campo, l’intero ciclo pittorico della chiesa di S. Croce
nel Bleggio, la chiesa di S. Pietro e Paolo a Mezzana (1927), l’abside
di S. Felice a Valle S. Felice…
Antonio Gresta (Ala 1671-Spira 1727)
Pittore. La sua formazione avviene a Verona, all’Accademia di pittura e
quindi a Venezia.
Si afferma in Trentino come uno dei migliori pittori con estro di
fantasia e vivace senso del colore.
Sue opere si trovano nelle chiese di Ala, di Sacco, di Villa Lagarina e
nella chiesa di corte a Bruchsal in Germania.
Enrico Less (Trento 1897-Pannone 1983)
Medico e pittore. E’ avviato alla pittura da Camillo Rasmo, poi,
diventato medico, si trasferisce in val di Gresta, dove esercita fino ai
primi anni del 1970.
Instancabile animatore della vita culturale, dirige al banda musicale
della vallata, compone operette e canti natalizi e dipinge numerose
chiese e capitelli.
Esegue la pala d’altare della chiesa di Varano (I Santi Fabiano e
Sebastiano) restaura gli affreschi di S. Anna a Valle S. Felice e li
integra con pitture sue nella navata, affresca l’edicola votiva di San
Felice nell’omonimo paese, progetta e dipinge capitelli a Chienis e a
Pannone, restaura le pitture delle antiche chiesette della Val di Gresta,
che contribuisce a far conoscere.
La sua è una pittura a tempera, una tecnica che gli permetteva di
interrompere il lavoro ogni volta che le necessità dell’attività medica
lo chiamavano con urgenza, ma che era destinata a rapido deterioramento,
come si può vedere in buona parte delle pitture superstiti.
Paolo Orsi (Rovereto 1859-1935) .
Archeologo. Giovane collaboratore del Museo Civico di Rovereto, diretto
dal geologo e botanico Giovanni Corbelli, Paolo Orsi rivoluziona lo
studio della preistoria trentina, e alpina in genere, poggiandola sulle
basi dell’indagine stratigrafica e della paletnologia.
I suoi primi lavori, fra i quali La stazione del Colombo, rivestono
un’importanza fondamentale per l’archeologia trentina. In seguito
diventa archeologo di considerazione mondiale scoprendo e illustrando le
civiltà preelleniche della Sicilia e della Calabria, i templi di Locri e
di Crotone e diversi centri della Magna Grecia, in primo luogo Siracusa,
che gli ha intitolato il Museo archeologico, uno dei più affascinanti
d’Italia.
In ricordo delle sue scoperte alla Grotta del Colombo gli è stata
dedicata la via che da Mori porta a Sano.
Domenico Rossi, detto il Manentino (Mori, notizie dal 1675 al 1696)
Scultore e architetto, esegue numerosi altari barocchi: l’altare della
chiesa di S. Antonio a Dro (1684) quello di S. Bernardino ad Arco (1685)
quello della chiesa di S. Maria di Monte Albano e gli altari in marmi
policromi nella parrocchiale di Arco (altari di S. Antonio, del Corpus
Domini, del SS. Sacramento e altare dello Spirito Santo, commissionato
dal conte Francesco d’Arco).
Niels Stiensen (Nicolò Stenone) (Copenhagen 1638- Schwerin1686)
Scienziato e medico, viaggia in tutta l’Europa per approdare in Toscana
nel 1666, al servizio del granduca Cosimo III de Medici.
A Stenone si deve la scoperta dei condotti salivari (dotto di Stenone) e
la coraggiosa (per l’epoca) affermazione che il cuore è semplicemente un
muscolo e non la sede dell’anima .
Importanti le sue ricerche nel campo della geologia, che nel 1671 lo
portano anche in Val di Gresta, dove studia la grotta che porta il suo
nome.
Scopre i principi della sedimentologia, sostenendo che gli strati più
antichi sono quelli più profondi, formula una regola (regola di Stenone)
che permette di distinguere un cristallo di quarzo da un diamante, per
la sua opera De solido ottiene il titolo di «Fondatore della geologia».
Convertito al cattolicesimo, abbandona l’attività scientifica per quella
religiosa.
Sacerdote nel 1675, vescovo nel 1677, è nominato vicario apostolico
della Germania nord-occidentale, della Danimarca e della Norvegia.
Muore in Germania nel 1686. Il granduca Cosimo III fa trasferire a
Firenze il suo corpo, tumulato nella basilica di S. Lorenzo.
Beatificato nel 1988, Stenone è stato dichiarato protettore degli
scienziati e a lui è stato intitolato l’Istituto Stensen, creato nel
1964 dai gesuiti di Firenze.
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