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 Cultura e storia
    
   

Dintorni di Ronzo Chienis

Le caratteristiche strade di campagna e il reticolo dei sentieri che si diramano da Ronzo Chienis portano a luoghi di considerevole interesse paesaggistico, naturalistico e storico.

Procedendo verso nord, in direzione del passo di Bordala, si giunge al Pra da Lach (m.1065), una conca in mezzo ai boschi, occupata un tempo da un bacino lacustre, dove è sorto un recente agglomerato turistico.
Interessanti, anche se difficilmente leggibili, i ruderi di una fortificazione di origine longobarda, posta a controllo della strada che, attraverso il passo di Bordala, proseguiva per Castellano, Cimone e quindi Trento.
La medesima funzione di controllo era svolta dalla Torre di Somator (Summa Turris), della quale restano scarsi ruderi verso Bordala alta, sul monte Somator.

Dal Pra da Lach un sentiero porta in località Giazera, (m.1200) suggestiva valletta sulle pendici del monte Biaena, originata da una grande frana e contraddistinta da numerose grotte e cunicoli nei cui meandri, a causa di un fenomeno termico, sono visibili cumuli di neve e di ghiaccio anche in piena estate
Il singolare fenomeno termico, comune ad altre zone di frana, è stato studiato nel 1671 da Niels Stiensen (Nicola Stenone) medico e scienziato danese, ospite dei castellani di Gresta, che descrisse la grotta più grande e ne fece dei disegni accurati inviando la relazione al granduca di Toscana Cosimo III.
L’illustre geologo fu il primo a scoprire i principi della sedimentologia, sostenendo che gli strati più antichi sono quelli più profondi, egli inoltre formulò una regola (regola di Stenone) che permette di distinguere un cristallo di quarzo da un diamante e per la sua opera De solido ottenne il titolo di «fondatore della geologia».
A Stenone considerato il pioniere della speleologia in Trentino, fu intitolata la Grotta Stenone, quella da lui descritta, una grotta profonda una decina di metri, dove strati di neve e di ghiaccio resistono tutto l’anno e in estate producono fantastici spettacoli di nebbia.

Da Ronzo si può salire verso il Monte Velo, oltre il quale si scende nella piana del Sarca.
Prima del passo si incontra la località di S. Barbara (m. 1147) dove, nelle vaste praterie, è sorta un’area residenziale di case turistiche e di piccoli alberghi.
Punto focale è il Caputei de S. Barbera, un’edicola a forma di bomba, eretta dai militari austriaci durante la Prima Guerra Mondiale in onore della santa protettrice degli artiglieri. Di fianco al capitello c’è una fontana in pietra con abbeveratoio.
Da S. Barbara una strada sale fra boschi di conifere, passa accanto alla chiesa moderna di S. Barbara e prosegue verso la chiesa di S. Antonio, del XVII secolo e poi rimaneggiata, preceduta da un portico e situata su un’ altura fortemente panoramica.
Spettacolare panorama, che va dal lago di Garda, ai monti di Ledro, al monte Altissimo, si gode anche dai ruderi del castello di Castellino (m. 1260), raggiungibili a piedi da S. Barbara.
Appartenuto agli Arco, il castello controllava la strada che dalla piana del Sarca risaliva in Val di Gresta. Nel XVI secolo divenne un casino di caccia e nel 1703 fu distrutto dalle truppe del generale Vendôme.
I resti, in gran pietre lavorate, rivelano una torre quadrata, di sette metri per lato e di dodici metri di altezza, con una cisterna sul fondo, una cinta quadrangolare in buona parte rovinata, alcune modeste costruzioni di servizio e un avancorpo per difesa.

La zona di S. Barbara fu ampiamente coinvolta dalla Grande Guerra: vi sorgeva un villaggio militare austriaco e sulle pendici del monte Creino c’erano notevoli fortificazioni e postazioni di artiglieria, di cui rimangono chiari resti.
Di fronte all’edicola di S. Barbara si trova la Ca del colonel, sede del comando austriaco e lungo la strada per il Monte Velo sono visibili, in località Formicolare, i ruderi della funicolare utilizzata durante la guerra.


Per saperne di più

TABARELLI, Gian Maria, I Forti Austriaci nel Trentino e in Alto Adige, Trento, Temi, 1990
 

Le trincee

La linea difensiva del Creino e dello Stivo

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 Coordinamento testi: Katia Angeli, Norma Benoni, Michela Luise

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