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Corniano |
Ruderi di Corniano
Corniano, poco distante da Manzano, è un
paese fantasma, abbandonato forse a seguito delle rappresaglie
dei veneziani, che nel 1440 portarono alla distruzione dei
castelli di Albano e di Nomesino, forse a seguito della grande
peste del 1630.
Le case in pietra e i ruderi del misterioso paese, le
sovrastanti rocce colorate da strati calcarei rossi e grigi
sovrapposti, la chiesa romanica di S. Agata, danno luogo a un
ambiente tanto straordinario da essere inserito nelle zone
d’interesse monumentale da parte della Provincia di Trento.
La deliziosa chiesa di S. Agata sorge isolata in
posizione panoramica.
Di origine altomedievale, l’edificio ha un impianto romanico,
con facciata a capanna, piccole finestre sopra il portale e
nell’abside e massiccio campanile di pietra coperto da cuspide.
All’interno sono conservati degli affreschi, opera di quei
pittori che nel Cinquecento dipinsero le chiese della Val di
Gresta. Sulla parete destra è raffigurata l’Ultima Cena, molto
deteriorata e datata 1537, sulla parete sinistra, decisamente
meglio conservata, una Madonna e santi. Nel 1959, nel corso
delle sue indagini sugli affreschi, Enrico Less notava che sul
libro tenuto da uno dei santi era tracciato un passo del
Vangelo in latino, non tuttavia come si scrive bensì come si
pronuncia, prova che il testo fu dettato dal sacerdote a un
pittore ignaro di quello che scriveva.
Gli affreschi celano un ciclo quattrocentesco, sovrapposto a
sua volta a decori duecenteschi.
L’antichità della chiesa – recenti indagini a cura
dell’Ufficio Beni archeologici della Provincia di Trento
parlano di epoca carolingia – è testimoniata
dall’acquasantiera in pietra, ornata da motivi incisi,
conservata al Museo Diocesano di Trento come raro cimelio
preromanico.
Scavi effettuati nei primi anni Settanta portarono alla luce
l’abside semicircolare della chiesa primitiva e sulla parete
sud la porta più antica e due finestrelle strombate.
La chiesa era un tempo circondata dal cimitero, come hanno
rivelato le numerose tombe rinvenute sotto il sagrato.
Sulla parete rocciosa che si eleva a poca distanza si trova
una grotta in cui la tradizione popolare vuole fossero isolati
gli ammalati di peste, rifocillati dai parenti tramite
vettovaglie calate dall’alto.
In realtà nella grotta, che assieme alle cause dell’abbandono
del paese costituisce uno dei misteri di Corniano, non vi è
posto che per una o due persone soltanto.
Inserire foto chiesa
Per saperne di più
A. GORFER, Terre lagarine, 1977
E. TRANQUILLINI, Segreti a Corniano? (Val di Gresta) in “I
Quattro Vicariati”
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