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I paesi |
Introduzione
La Val di Gresta e Gardumo
Descrizione
geografica della Val di Gresta e di Mori
La Val di Gresta occupa
l'estremità meridionale della catena montuosa del Bondone-Stivo, che si
erge fra la valle del fiume Adige e quella del fiume Sarca, e si
configura come una sinclinale di modellamento glaciale, percorsa dal Rio
Gresta.
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La sua superficie è di ettari 2994,0766, dei quali 1318,8179
appartengono al Comune di Ronzo-Chienis e 1675,2587 appartengono al
Comune di Mori. Per Val di Gresta si intende non solo la valle del Rio
Gresta, ma il territorio dei sette paesi che costituivano l'antica pieve
di GARDUMO. |
Gardumo è quindi sinonimo di Val di Gresta.
I sette paesi sono: Ronzo, Chienis, Varano, Pannone, Nomesino, Manzano, Valle San
Felice; i primi due formano oggi il comune di Ronzo-Chienis e gli altri
cinque sono compresi nel comune di Mori.
Gardumo-Val di Gresta è quindi più vasto della valle del Rio Gresta
intesa in senso geografico ed è paragonabile ad un largo triangolo
isoscele; il vertice settentrionale corrisponde alla cima del Monte
Stivo (m.2059), la base, simile ad un arco di circonferenza, corrisponde
al limite settentrionale del piano di Nago-Loppio-Mori (m.220**) mentre
l'altezza è data dall’alveo del Rio Gresta.
Questo triangolo può
essere a sua volta diviso in tre porzioni, delimitate da due linee
longitudinali, che corrispondono ai due spartiacque; la prima linea è
tesa dalla cima del Monte Stivo e passa da quella del Monte Creino
(m.1292); la seconda linea è tesa dal dosso del Somatór (1305) e passa
dalle cime del Monte Biaena (m.1615) e del Nagià-Gróm (m.787).
La porzione occidentale della Val di Gresta è circa un quinto della
superficie totale e appartiene alla valle del Sarca; la porzione
orientale è circa un quarto del territorio totale e appartiene alla
Vallagarina, essa comprende il territorio di Manzano e di Nomesino; la
porzione centrale, compresa dai fianchi dei monti Creino e Biaena, è
percorsa dal Rio Gresta e costituisce la " valle" di Gresta
propriamente detta, essa è occupata dai comuni catastali di Ronzo,
parte di Chienis, Varano, parte di Pannone, Valle San Felice.
La larga valle centrale origina dall'altopiano della Bordala, posto fra
i 1200 ed i 1330 m. di altitudine e scende fino al piano coltivato e
già paludoso di Pra da Lach (m.1075); essa scende ancora dolcemente
allargandosi e comprendendo i due paesi di Ronzo (m.1005) e di Chienis
(m.950); il suo fianco destro è in gran parte coltivato ed è
costituito dal versante orientale del Monte Creino; il suo fianco
sinistro è più ripido ed è in gran parte occupato da un bosco di
conifere, che cresce sul versante occidentale del Monte Biaena.
Il Rio Gresta ha origine da varie acque e sorgenti che confluiscono nel
mezzo della valle fra gli abitati di Ronzo e di Chienis; la principale
di tali acque è quella che nasce dalla sorgente Font all'estremo
nord-ovest dell’abitato di Ronzo, aggira il paese, separandolo da
Chienis, e raccoglie infine le altre acque provenienti da Ronzo e
soprattutto quelle delle sorgenti della Siora, del Gaz; a questo punto
il Rio Gresta è pienamente costituito.
Riceve più a valle altri rivi e sergenti e incide la valletta di
Trevàl. Varano (m.870) e Pannone (m.760) si trovano come Chienis alla
destra del Rio Gresta, ognuno posto su un gradone o piano di fertile
campagna; il piano di Pannone è chiuso a sud-ovest dal dosso del Castel
Gresta (m.795), centro della Val di Gresta. |
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Valle San Felice (m.570) giace su di un piano più in basso, che sale
dolcemente verso il Monte Biaena. Proseguendo il suo percorso il Rio
Gresta riceve le acque che scendono dal Monte Biaena e sono raccolte nel
rivo di Rinzóm; oltrepassa poi il Piantino (m.400) e giunge infine nel
piano di Loppio (m.220), che percorre verso oriente fino a confluire nel
Rio Cameras nei pressi del Palù di Mori.
Il territorio di MORI è costituito da un largo piano, che inizia
dall'alveo prosciugato del Lago di Loppio e che è delimitato ad oriente
dal Fiume Adige. Esso è un vallone tettonico trasversale ad U, posto
tra le due grandi valli glaciali dell'Adige e del Basso Sarca. Separa
così le due catene montuose del Bondone-Stivo e del Monte Baldo e
risale di poco sulle loro estreme pendici.
La superficie del comune
catastale di Mori è di 1779 ettari. Il piano di Loppio-Mori è percorso
dal Cameras, emissario del Lago di Loppio (il livello dell'acqua era a
m.220), che si era formato fra il grande scoscendimento di S.Giovanni ed
i bassi conoidi del Rio Gresta e della Val delle Porte.
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Il Cameras
raccoglie oggi le acque delle sorgenti che non sono inghiottite dal
desolato alveo prosciugato del lago di Loppio.
In seguito a bonifiche del secolo scorso sono stati coperti i primo 300
m. del Cameras, che scorre in un tunnel a volta; è stato infine
prosciugato il Lago di Loppio in concomitanza dello scavo della galleria
Adige-Garda. |
Il Piano di Loppio-Mori è chiuso a nord dalle pareti
rocciose della "Montagna di Gardumo", che sono scavate dai due
solchi delle acque che scendono da Manzano, Rio di Sonzano e poi di San
Rocco, da Nomesino Rio della Val Binèla.
Il territorio di Mori sale a
meridione dolcemente verso Besagno (m.390-400) e il Monte Giovo (m.640),
con una fertile costa di vigneto, segnata nel mezzo dall'altura di
Castel Palt (m.372) e solcata da vallette percorse da ruscelli. Essi
sono il Rio de la Costa Granda e il Rio de la Val de l'Orco che
confluiscono nel Rio (de val) da Bot; quest'ultimo riceve presso il
paese il Rio de la Bis e diventa infine Rio di Nevàl, che scende fra
Palt e Besagno verso Tierno e percorrendo quest'ultimo paese prende il
nome di Rio di Tierno, affluendo infine nell’Adige.
Ad occidente del Monte Giovo una costa coltivata sale verso il paese di
Castione dal paese di Sano, posto a m.261 su un poggio che guarda il
piano di Loppio.
La costa è solcata dalla valletta del rivo di Castione,
che diventa Rio di Sano (Rio Freddo, nei pressi del paese) e che
affluisce nel Cameras. La Bordina è il vasto e boscoso fianco
settentrionale del Monte Altissimo, che delimita a sud il Piano di
Loppio. Appartiene a Mori la porzione verso Sano e quella circostante il
dosso di Castel Verde (m.371), che è solcata dalla Val delle Porte.
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